La decontribuzione sulle nuove assunzioni non potrà riguardare contratti di lavoro domestico come quelli per colf e badanti. Saltano gli emendamenti sulle deroghe per l’Expo 2015 per contratti a termine, lavoro intermittente, somministrazione di lavoro, lavoro accessorio e telelavoro. Sale al 70% la dote Aspi per le imprese che assumono i lavoratori che percepiscono l’assicurazione sociale per l’impiego. Escluse colf e badanti dall’incentivo per le assunzioni.
Sono le principali novità dell’iter di conversione in legge del Dl 76 per la promozione dell’occupazione giovanile, oggetto di circa 500 emendamenti su cui le commissioni Lavoro e Finanze del Senato inizieranno a votare probabilmente a partire da oggi, dopo aver acquisito il parere della Commissione Bilancio.
In questi giorni una riunione la maggioranza deciderà quali emendamenti accantonare, verranno sicuramente confermati quelli presentati dai due relatori. Tra questi, l’emendamento che innalza al 70% la dote destinata al datore di lavoro che assume un lavoratore beneficiario dell’Aspi. A questo proposito il Dl 76 prevede che al datore di lavoro venga concesso, per ogni mensilità di retribuzione corrisposta al lavoratore, un contributo mensile pari al 50% dell’indennità mensile residua che sarebbe stata corrisposta al lavoratore. Un altro emendamento dei relatori riguarda una delle condizioni poste all’articolo 1 del Dl 76 per beneficiare della decontribuzione per le assunzioni (fino a 650 euro mensili), che nel definire la categoria dei giovani svantaggiati fa riferimento al fatto che «vivano soli con una o più persone a carico». Secondo Gatti «così come formulata la norma non è chiara dal punto di vista giuridico, dunque verrà soppressa o riscritta». Restano confermate, invece, le altre due condizioni stabilite dal Dl, ovvero che «siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi» e che «siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale».
Sempre per beneficiare dell’incentivo, la condizione che «le assunzioni determinino un aumento occupazionale netto» si arricchisce di un’aggiunta che fa «salvo che il posto si sia reso vacante per dimissioni volontarie, invalidità, pensionamento per raggiunti limiti d’età, riduzione volontaria dell’orario di lavoro o licenziamento per giusta causa e non in seguito a licenziamenti per riduzioni di personale». Non potrà accedere all’incentivo l’impresa che assume un lavoratore dopo averlo licenziato.
I contratti di lavoro domestico, come colf e badanti, sono esclusi dall’incentivo. Un altro emendamento dei relatori ripropone la questione della riduzione al 40% del carico tributario per le imprese delle regioni colpite da calamità naturali (Marche, Umbria, Molise, Puglia e Abruzzo), questione che è all’esame della Commissione europea. A rischio di tenuta, invece, l’emendamento del Pd che propone di innalzare da 29 a 35 anni l’età per fruire dell’incentivo.
Articolo tratto da www.businessvox.it