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04/10/2007 - Approvate in Conferenza Unificate le intese su badanti, consultori familiari e costo dei servizi per famiglie numerose.

Approvate il 20 settembre dalla Conferenza Unificata tre importanti intese tra il Governo, le Regioni e gli enti locali, i cui finanziamenti statali erano già  stati impegnati con la ripartizione del Fondo nazionale per le politiche della famiglia previsto dalla Finanziaria 2007. I tre testi approvati riguardano la riduzione dei costi dei servizi per le famiglie numerose, la riorganizzazione dei consultori familiari e la qualificazione del lavoro delle assistenti familiari, e recepiscono ed attuano alcune delle priorità  emerse dalla Conferenza nazionale della famiglia tenuta a Firenze lo scorso maggio.

Le intese approvate destinano per un anno 97 milioni di euro alla sperimentazione di progetti di promozione e misure innovative a sostegno delle famiglie, secondo tre aree di intervento: la riorganizzazione dei consultori familiari; la qualificazione del lavoro delle assistenti familiari; le iniziative per ridurre i costi dei servizi per le famiglie numerose (quattro o più figli). Le risorse del Fondo per la famiglia si aggiungono a quelle che già  le Regioni, nella propria autonomia, stanziano o intendono stanziare per le stesse finalità . Le intese approvate definiscono le modalità  e i criteri con i quali perseguire le finalità  indicate nelle tre aree di intervento.

Abbattimento dei costi dei servizi per le famiglie con quattro o più figli.

Per la prima volta grazie a questa intesa sarà  possibile sperimentare su larga scala modalità  di abbattimento delle tariffe dei servizi essenziali per le famiglie con più di quattro figli, compresi i minori in affido, che in Italia sono circa 300.000. Lo Stato e gli enti locali promuovono iniziative rivolte ai servizi di erogazione dell'energia elettrica, del gas, dell'acqua e di raccolta dei rifiuti solidi urbani per ridurre i costi sostenuti dalle famiglie numerose, nonché iniziative di contenimento degli oneri per la fruizione o l'accesso ad altri beni o servizi in sede locale. L'obiettivo è di garantire una maggiore tutela attraverso una più equa politica fiscale, mediante il patto con gli enti locali. Un problema di equità  che si è cominciato ad affrontare nella scorsa finanziaria con maggiori assegni familiari e che fa un altro passo con un intervento mirato sui costi dei servizi essenziali. Saranno gli enti locali a stabilire i criteri e le procedure di dettaglio per l'accesso alla fruizione dei benefici di riduzione dei costi.

Riorganizzazione dei Consultori familiari

Un centro di aiuto per tutta la famiglia, per la sua stabilità  e per la presa in carico dei suoi momenti di fragilità . Con la sottoscrizione dell'intesa i consultori possono davvero diventare, su scala nazionale e attraverso la valorizzare delle migliori pratiche, il punto di riferimento, più vicino e facilmente accessibile, per le famiglie italiane. A seguito di questa intesa, lo Stato e gli enti locali promuovono progetti sperimentali innovativi per la riorganizzazione e il potenziamento dei consultori familiari, strutture già  presenti e variamente denominate ed articolate in sede regionale, per ampliarne e potenziarne gli interventi sociali a favore delle famiglie. Gli obiettivi sono quelli di promuovere la maggiore integrazione della componente sociale con quella sanitaria; di assicurare la multidisciplinarietà  degli interventi (in riferimento agli aspetti psicologici, giuridici, sanitari e ai problemi educativi); di svolgere funzioni di educazione permanente e di mediazione familiare a favore delle coppie, di sostegno ai genitori nei delicati momenti che precedono e seguono il parto e nel percorso di crescita e formazione dei figli; di costituire punti privilegiati di ascolto per le famiglie; di facilitare l'accesso ai servizi; di promuovere interventi di ascolto, sostegno e prevenzione delle violenze e dei maltrattamenti sulle donne, sui minori e all'interno delle famiglie; di attuare una collaborazione con l'autorità  giudiziaria e potenziare percorsi di accompagnamento per le famiglie che accolgono minori in adozione o in affido.

Qualificazione del lavoro delle assistenti familiari

Questa intesa riguarda la promozione e la realizzazione di progetti sperimentali per la qualificazione del lavoro di cura delle assistenti familiari (le così dette badanti), in modo da garantire che queste siano capaci di prestare assistenza personale e domestica a soggetti parzialmente o totalmente non autosufficienti. Questa area d'intervento è veramente la più innovativa in quanto per la prima volta si affronta tale tematica a livello nazionale. In Italia circa un milione di lavoratori, nella stragrande maggioranza stranieri e in particolare donne, si prendono cura dei nostri anziani. I progetti prevedono principalmente azioni formative dirette a rafforzare tali capacità , ma possono riguardare anche la promozione di iniziative finalizzate al reperimento, alla selezione e all' inserimento lavorativo del personale destinato all'assistenza familiare, nonché di iniziative destinate al sostegno delle famiglie (informazione e sensibilizzazione, consulenza, inserimento nelle opportunità  di servizi della rete etc.). Saranno gli enti locali a provvedere alla definizione e all'organizzazione dei percorsi formativi per fornire le competenze e le abilità  necessarie per rispondere ai bisogni di aiuto e di cura delle famiglie. Per le lavoratrici immigrate il percorso formativo dovrà  prevedere anche l'apprendimento di base e il miglioramento della lingua italiana, e la conoscenza di elementi di educazione civica. Per le lavoratrici occupate la formazione prevede modalità  flessibili, così da consentire di svolgere contemporaneamente l'attività  lavorativa. Nei progetti devono essere individuati i criteri per la certificazione delle competenze acquisite. L'intesa prevede anche la promozione di progetti per la ricerca, la selezione e la prima formazione di persone straniere nei paesi d'origine e la promozione di iniziative per favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Per tutte le tre aree di intervento, i progetti sperimentali presentati dalle Regioni devono specificare i tempi e le modalità  di attuazione, la copertura finanziaria, le procedure per il monitoraggio dei risultati e le iniziative in caso di inadempienze. L'attuazione dei progetti è preceduta dalla stipula di un accordo tra le singole Regioni e Province Autonome ed il Dipartimento delle Politiche per la famiglia. La verifica sull'applicazione delle intese è affidata a un gruppo paritetico che ha il compito di verificare l'andamento della sperimentazione per valutare l'opportunità  di erogare finanziamenti negli anni successivi al primo.

Fonte: Comunicato Stampa del Governo




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