Friuli Venezia Giulia
04/06/2008 - Presentati i dati del progetto "Assistenti familiari", avviato in regione nel 2005 grazie a un'iniziativa del ministero del Lavoro.
Il Friuli Venezia Giulia è all'avanguardia, tra le Regioni italiane, nell'offrire alle famiglie servizi e sostegni per trovare le assistenti familiari, le cosiddette badanti, e intende ulteriormente migliorare e ampliare questi strumenti, con l'obiettivo di far emergere il lavoro nero e garantire personale qualificato. Lo hanno sottolineato Alessia Rosolen e Federica Seganti, rispettivamente assessori regionali al Lavoro e alla Sicurezza, in un incontro con la stampa che si è svolto nei giorni scorsi a Trieste.
Nell'occasione sono stati presentati i dati del progetto sperimentale "Assistenti familiari", avviato in regione nel 2005 grazie a un'iniziativa del ministero del Lavoro - ha voluto sottolineare l'assessore Rosolen - ancora durante il precedente Governo Berlusconi. Il progetto, realizzato in collaborazione con i Centri per l'impiego delle Province, si è proposto di rispondere alla crescente domanda di assistenti familiari promuovendo l'incontro tra la domanda e l'offerta in modo legale.
Il servizio attivato nei Centri per l'impiego ha avuto un crescente riscontro: i contatti con gli utenti (lavoratori e famiglie) sono triplicati in tre anni, da 6 a 18 mila, e sono continuati ad aumentare nel primo trimestre del 2008. I contratti di lavoro regolarmente stipulati sono passati, nello stesso periodo, da 219 a 1.825, con un costante aumento percentuale rispetto alle famiglie che si sono avvalse del servizio (dal 23 all'87 per cento).
Ora l'Amministrazione regionale intende proseguire e ampliare il progetto, lungo quattro direttrici principali, come ha osservato l'assessore Rosolen: un più incisivo supporto economico per le famiglie, con un'attenzione particolare per le fasce più deboli; uno sforzo più ampio sul fronte della formazione professionale delle assistenti familiari; la continuità di assistenza per le famiglie (in caso di ferie della badante, per esempio); infine, gli incentivi affinché anche le donne italiane si avvicinino a questa professione. Vi è stata sul piano nazionale, ha rilevato d'altra parte l'assessore Seganti, una strumentalizzazione del Pacchetto sicurezza del Governo. "È falso - ha detto - che questo provvedimento abbia messo in crisi il sistema socio-assistenziale delle famiglie. Al contrario, c'è un impegno del Governo ad affrontare la questione delle badanti all'interno dei programmi di welfare".
Il Pacchetto sicurezza, ha rilevato l'assessore, mira invece proprio a stroncare il lavoro nero, tornando a introdurre i controlli di polizia nelle Ambasciate sui permessi turistici. Da segnalare che, proprio per evitare questo fenomeno, nell'ambito del progetto "Assistenti familiari" della Regione sono stati promossi anche quattro corsi di formazione in Moldavia per l'acquisizione delle competenze minime nel campo dell'assistenza alla persona.
Rosolen e Seganti hanno sottolineato l'importanza di far conoscere alle famiglie l'esistenza del servizio attivato nei 10 Centri per l'impiego, che è completamente gratuito. La regolarizzazione delle badanti è a costo zero dal punto di vista fiscale e previdenziale, è stato ribadito, e talvolta la retribuzione regolare è addirittura inferiore a quella pagata dalle famiglie in nero: da 500 a 1.000 euro circa al mese, a seconda del livello professionale, per le lavoratrici conviventi (da 4 a 7,20 euro all'ora per quelle a tempo parziale).
Fonte: Segnalazione