Eurispes
05/02/2008 - Un estratto del Rapporto 2008: da qualche anno l'Italia e' diventata un paese di 'prima scelta' e di destinazione degli immigrati.
A fine 2006 il paese di provenienza era prevalentemente la Romania (555.997 con un'incidenza del 15,1%), seguita dal Marocco (387.031 con un'incidenza del 10,5%), e dall'Albania (381.011 con un'incidenza del 10,3%). Il livello di istruzione dei rumeni, in generale, e' abbastanza alto: il 59,2% possiede la laurea o il diploma. Il Lazio e' la regione con la maggiore presenza di rumeni (quasi 90.000); tra la provincia di Roma e la citta' ne soggiornano circa 75.000; mentre secondo il Comune (dati al dicembre 2006) il numero e' di circa 31.000.
Gli immigrati subiscono o accettano un trattamento retributivo differente rispetto agli italiani. Nel Nord-Est l'immigrato percepisce un salario in media di 10.500 euro annui, nel Sud, la media si abbassa a 7.500 euro annui. A livello provinciale, il primato spetta ai paesi del Nord (Gorizia 12.600, Lecco 12.203, Vicenza 12.029), mentre la prima provincia meridionale che paga meglio i lavoratori stranieri e' Chieti (9.493 euro annui); gli altri capoluoghi si collocano al di sotto della media nazionale (Genova 8.300 euro, Bari 8.100 euro, Roma 7.700 euro, Palermo 6.900).
La maggior parte degli immigrati (non significa tutti) rimane nei livelli piu' bassi della scala delle occupazioni, nonostante il livello medio di istruzione, e si inserisce principalmente nel settore dei servizi (134.000 immigrati richiesti come camerieri, muratori, braccianti, assistenti familiari) e dell'industria (93.000 immigrati richiesti), (Unioncamere), e si concentrano nella Lombardia, nel Lazio, nella Campania e nel Piemonte (Istat).
Nel 2006 il tasso di attivita' degli stranieri e' pari al 73,7%, ed e' superiore di 12 punti rispetto alla popolazione italiana.
Mentre, il tasso di occupazione nel 2006 e' superiore in media a quello degli italiani di circa 9 punti percentuali: 67,3% gli stranieri e 57,9% gli italiani. Inoltre, nello stesso anno si registrano 1.348.000 occupati stranieri, nove su dieci extracomunitari, e 127.000 in cerca di impiego; in totale (1.475.000) essi rappresentano il 6% dell'offerta complessiva di lavoro. Il 64% della manodopera straniera si concentra nel Nord, un quarto nel Centro, e il 10% nel Sud.
L'occupazione straniera e' molto giovane (7 su dieci hanno un'eta' compresa tra i 25 e i 44 anni), prevalentemente maschile (62%), composta per la maggior parte da lavoratori dipendenti (85%).
Anche il tasso di disoccupazione varia nel territorio: nel Nord non supera il 5%, nel Sud e nelle Isole raggiunge il 15%, che e' quasi il doppio della media nazionale (8%); tuttavia, va considerato che una buona parte del lavoro rimane sommerso e informale, e quindi, sfugge totalmente alle statistiche. Il Trentino Alto Adige (2,9%), la Valle D'Aosta (3%), il Friuli Venezia Giulia (3,9%) registrano tassi piu' bassi di disoccupazione; mentre quelli piu' alti appartengono a Puglia (15,5%), Campania (15,6%) e Sicilia (17,2%).
Nel mondo del lavoro, continua l'Eurispes, emerge una imprenditoria immigrata giovane (15% ha meno di 30 anni) che si concentra principalmente nel commercio, nelle costruzioni e nei servizi. La maggior parte (70%) opera nel mercato italiano. I principali paesi di origine sono il Marocco, la Cina, l'Albania, e la Romania che registra i maggiori tassi di crescita.
Articolo tratto da www.aduc.it