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Marche
19/03/2007 - Sono complessivamente 7.242 le lavoratrici domestiche straniere che lavorano regolarmente in tutta la regione.
Come in tutte le società ricche, quello dell'assistenza domestica e familiare, è un lavoro svolto soprattutto da stranieri ed extracomunitari: a livello nazionale, nel periodo di riferimento, l'incidenza dei collaboratori familiari stranieri sul totale dei lavoratori è passata dal 51,5% registrata nel 2000 al 74,3% del 2004. Nelle Marche, in particolare, l'incremento maggiore è stato registrato nel pesarese (+362%) con 2.120 badanti, seguito dalla provincia di Ascoli (+270%) con 1.316, Macerata (+256%) con 1.465 e Ancona (185%) con 2.341.
Questi i principali risultati di uno studio dell'agenzia giornalistica Dalla A alla V su dati della "Fondazione Leone Moressa" e INPS, sull'importanza sociale del lavoro a domicilio e dell'assistenza familiare fornita dalle colf-badanti straniere.
Le colf-badanti operano soprattutto nelle aree metropolitane dove il bacino di utenza (anziani soprattutto non autosufficienti) è elevato e dove la società civile non è più in grado di gestire direttamente (famiglia allargata) o indirettamente (sistemi di welfare e di assistenza pubblica) il fenomeno. Le categorie dei lavoratori domestici includono non solo le tradizionali "colf", ma tutti quei lavoratori che "prestano a qualsiasi titolo la loro opera per il funzionamento della vita familiare". Pertanto anche cuochi, autisti, dame di compagnia, bambinaie e badanti sono considerati lavoratori domestici secondo la definizione legale. Generalmente si tratta di donne provenienti dall'Est Europa (54,3%), ma anche dall'America del Sud (15,2%) e dalle Filippine (13,4%), con un'età media di 40 anni e residente soprattutto nelle grandi aree metropolitane, che hanno lasciato marito e figli per trovare, da sole o con l'aiuto di amici o familiari già soggiornanti nel Paese di destinazione, uno stipendio sufficiente in parte per sopravvivere e in parte da destinare in patria.
Fonte: www.gomarche.it