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Allarme lavoro nero
14/07/2006 - Secondo l'ACLI colf la maggior parte delle lavoratrici immigrate italiane vige in uno stato di lavoro nero non tutelato.
E' questo lo scenario attuale del lavoro di cura in Italia, presentato al ministro per le Politiche per la Famiglia Rosy Bindi dall'Acli Colf, l'associazione professionale delle Acli che organizza le collaboratrici e i collaboratori familiari, nel corso di un seminario nazionale a Roma, presso la Sala Congressi del Clarhotel.
E' emerso che la costruzione di un «welfare della cura» sembra necessaria per ottenere soluzioni in grado di affiancare sia la famiglia che la lavoratrice.
Le Acli colf ribadiscono la necessità di «assicurare alle collaboratrici familiari coperture omogenee rispetto alla generalità dei lavoratori», a partire dalla previsione della copertura economica in caso di malattia della lavoratrice, oggi totalmente assente, al riconoscimento dell'indennità di maternità a prescindere dai vincoli assicurativi e contributivi attualmente previsti.
Inoltre, abolizione delle attuali fasce contributive, che incentivano l'elusione e l'evasione contributiva, l'introduzione di regimi contributivi favorevoli per la sostituzione di colf in ferie, malattia o maternità , contemperando così le esigenze di cura continuativa e completa della famiglia con quelle affettive e legate al vivere quotidiano delle lavoratrici.
Infine, l'introduzione di criteri di verifica e riordino riguardante gli interventi di monetarizzazione dei servizi alla famiglia.
Redazione Aspasia